Lo stato dell’economia iraniana
Shanghai ,23-12-2015

Lo stato dell’economia iraniana

 

Dopo la fine delle sanzioni economiche impostole, l’Iran sta attraendo un numero sempre maggiore di investitori stranieri, che vedono nella Repubblica Islamica Sciita, guidata da Rouhani e Khamenei, un opportunità dal grande potenziale ma dai contorni ancora indefiniti.

 

L’isolamento politico ed economico degli ultimi anni lo hanno reso un terreno fertile per la realizzazione e lo sviluppo di business, in quanto lo stato e la popolazione avvertono come necessario un forte sviluppo e cambiamento della struttura economica ed industriale della nazione.

 

Per comprendere meglio il perché di questo grande interesse possono essere utili alcuni dati.

 

L’economia Iraniana, con un valore di 415 miliardi di Dollari, è infatti la seconda economia dell’area MENA, seconda solo all’Arabia Saudita ed in base all’indicazioni fornite dal FMI nel World Economic Outlook di Aprile 2015 è la 18.ma economia mondiale precedendo nella classifica l’Australia.

 

In Iran si trova anche la più grande banca islamica del mondo con un patrimonio di 412 miliardi di Dollari e complessivamente il patrimonio di  quelle di Arabia Saudita, EAU e Malesia insieme.

 

Il tasso di crescita del PIL è per il 2015 del 2%, ma la Banca Centrale Iraniana

prevede che sarà superiore al 6% nel 2016 e nel 2017. Stime di altri esperti indipendenti prevedono invece un tasso di crescita del 4%. Il tasso di inflazione per il 2015 è stimato intorno al 20% dal FMI. Lo stesso stima, sempre per il 2015, che il Debito Pubblico si attesti ad un valore del 11% rispetto al PIL 

 

L’economia Iraniana non è basata solo sui giacimenti di petrolio e gas naturale, di cui detiene rispettivamente la quarta e la seconda riserva mondiale ma è più strutturata come descritto dalla seguente pie chart.

 Iran Economy

Fig. 1

Per dare maggior senso al grafico di cui sopra basta pensare che prima delle sanzioni l’Iran era il tredicesimo produttore di automobili al mondo con un numero di vetture fabbricate ogni anno pari a 1,65 milioni, maggiore di quello prodotte in Inghilterra nello stesso anno.

Anche il patrimonio umano dell’Iran è considerevole. Su 80 milioni di abitanti (come Turchia e Germania)  un 73% vive nelle zone urbane e il 64% della popolazione nazionale al di sotto dei 35 anni.

 

Il livello di istruzione tra i residenti in città è alto, con lo 87% di popolazione alfabetizzata, percentuale che sale al 98% nella fascia di età compresa tra i 15 e 24 anni. Ancora più significativa è la percentuale di persone laureate che è pari al 13,3%. Gli iscritti alle facoltà in campo STEM ( scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono il 44% del totale. Solo per dare un parametro comprensibile l’Iran è il quinto paese al mondo per numero di ingegneri che si laureano ogni anno dietro a Cina ,India, Russia e Stati Uniti.

 

Il tasso di disoccupazione è del 12%, con valori più alti tra la popolazione giovanile. Fatto questo che sta spingendo molti giovani ad emigrare in cerca di impieghi e condizioni di vita migliori

 

 

Investire in Iran

Il Presidente Rouhani ha varato una riforma economica per dare nuovo slancio all’economia Iraniana che intende attrare investitori stranieri in grado di fornire innovazione tecnologica e miglioramento della attività industriale.

Il mezzo proposto è quello della Join Venture con partner locali.

Purtroppo la massiccia presenza dello stato nella attività privata, tramite il possesso di quote anche significative di compagnie private iraniane, potrebbe essere un ostacolo o comunque causa di rallentamenti nella realizzazione del business per le compagnie straniere.

Da questo deriva un altro problema, rappresentato dalle corruzione, molto diffusa nel paese che fa si che i rapporti economici e di affari si basino su relazioni e accordi non sempre limpidi.

Per altro solo con le ultime modifiche legislative è stata riconosciuta piena parità e uguale trattamento di fronte alla legge tra le compagnie iraniane e quelle straniere.

Tuttavia il basso costo dell’energia e delle materie prime, nonché quello della manodopera, più preparata ed in taluni casi più economica di quello cinese, sono sicuramente un incentivo agli investimenti stranieri.

Cosi come sono un incentivo il fatto che l’Iran dopo le vicissitudini dell’ultima decade sia di fatto un paese da ricostruire, bisognoso di infrastrutture e investimenti stranieri che le consentano di diventare finalmente un paese pienamente sviluppato e progredito.

Fabrizio Gentile

Project Manager

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